John Martyn, riservato e timidissimo chitarrista/ cantante inglese sospeso fra folk, jazz e più recentemente un piacevolissimo funk, ha prodotto in quindici anni almeno altrettanti album.
Caduto e risorto più volte al margini del grande mercato, è il classico «cult artist» intelligente, che adegua se stesso ai tempi, senza cambiare più di tanto.
Una voce rauca e un po' strozzata, ma melodica e suggestiva (fra Richie Havens Van Morrison e Tom Waits, se si può), che scorre su ritmi languidi ma tutt'altro che privi di nerbo o elettricità. Volendo esagerare, Martyn sta a Mike Francis come Bowie sta a Garbo — tanto per capirsi.
«Sapphire» è un esemplo, commercialmente riuscito, di «musica per musicisti», come buona parte della fusion o del pop jazz. Non ci danzerete granché, ma grande per scivolare nel sonno.
sitenotes:
This tiny review was part of a bigger story published Monday 25 February 1985: Le Stesse Cose Dieci Anni Dopo.